lunedì 11 agosto 2008

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una nuova guerra in TV. in realtà nella Georgia settentrionale le scaramucce tra russi, georgiani lealisti e georgiani separatisti (che di fatto sono poi russi) vanno avanti da una ventina d'anni ormai.
il problema etnico della regione dell'Ossezia meridionale è sostanzialmente quello d'esser parte della repubblica georgiana pur avendo il 90% d'abitanti con passaporto russo. questa compagine mira alla seccessione dalla Georgia per unirsi alla confederazione russa, e a tal fine i separatisti operano da tempo sia paramilitarmente che politicamente, con addirittura un'autoproclamazione d'indipendenza, ignorata più o meno da tutti, e un proprio governo affiancato a quello nazionale georgiano. per ironia della sorte, in questa lingua di terra passa anche l'unico oleodotto indipendente da Mosca e medio-oriente. date le premesse, e considerando anche che tutto il territorio dell'ex URSS è irrorato di armi e di gente che le sa usare, che qui ci sia un conflitto è praaticamente scontato. Georgia e Russia si contendono il controllo della regione, la prima armata e spalleggiata da USA e Israele, la seconda non ha bisogno di amichetti. l'UE, della quale la repubblica caucasica mira a divenire membro, non ha idea di che pesci pigliare e al momento non fa nulla. dell'italia non ne parlo nemmeno, tanto che quando è arrivata la notizia ci si chiedava chi fosse Georgia.
ha fatto commuovere l'abbraccio delle atlete russa e georgiana a Pechino (interessante che la disciplina fosse il tiro con la pistola..), almeno a testimoniare che olimpiadi e sport sono un'occasione per unire i popoli, alla faccia di chi voleva boicottare Pechino (nessuno aveva proposto di boicottare l'expo di Shangay..ma tò..).

riporto un articolo del corriere che ritengo spieghi piuttosto bene la vicenda nel caucaso..

Georgia-Russia: quasi guerra per l'Ossezia
Bombardamenti sul capoluogo Tskhinvali. Morti 10 soldati russi. Mosca invia una colonna di carri armati

TBILISI (Georgia) - Georgia e Russia sono sull'orlo della guerra a causa dell'Ossezia del sud, la provincia separatista georgiana che gode dell'appoggio di Mosca. Gli Stati Uniti hanno chiesto ai contendenti un immediato cessate il fuoco, ma ancora nella tarda serata di venerdì era in corso una violentissima battaglia a sud di Tskhinvali, capitale dell'Ossezia del sud tra i soldati della forza di interposizione russa in Ossezia del sud e l'esercito georgiano. La situazione è delicatissima: secondo il premier russo, Vladimir Putin, si è già «in una situazione di guerra». Il segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, dal canto suo, ha chiesto proprio alla Russia «di porre termine agli attacchi condotti in Georgia con aerei e missili, il rispetto dell'integrità territoriale della Georgia e il ritiro delle forze militari dal territorio georgiano». Intanto il presidente georgiano, Mikhail Saakashvili, si appresta a dichiarare la legge marziale.

L'ATTACCO DELLA GEORGIA - Gli scontri sono iniziati tra gioved' e venerdì. All'alba di venerdì c'è stato un nuovo attacco georgiano. Il capoluogo sudosseto Tskhinvali è stato bombardato e, secondo il capo dei militari russi della forza di interposizione, «è stato quasi completamente distrutto». Le cifre sulle vittime non hanno conferme ma il presidente dell'Ossezia del sud Eduard Kokoity, ha detto che «i morti sono stati 1.400. Lo abbiamo stimato sulla base delle informazioni fornite dalle famiglie delle vittime»». I russi hanno lanciato raid aerei contro la Georgia. Tbilisi ha dichiarato un cessate il fuoco unilateriale di tre ore (sino alle 16 ora italiana) per l'evacuazione dei civili.


CONTRATTACCO - Il governo russo ha inviato in Sud Ossezia una colonna di carri armati che hanno aperto il fuoco contro le postazioni georgiane in Ossezia del sud. I georgiani hanno dovuto lasciare alcune postazioni a Tskhinvali. Il presidente Saakashvili, ha dichiarato: «I russi sono entrati nel nostro territorio. Ci consideriamo in stato di guerra». Il presidente ha ordinato la mobilitazione generale richiamando anche i riservisti e, in un'intervista alla Cnn, ha chiesto agli Stati Uniti di intervenire: «Non è più solo una questione georgiana. Si tratta dell'America e dei suoi valori. Noi siamo una nazione amante della libertà che ora si trova sotto attacco». Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha accusato i georgiani di aver messo in atto in Sud Ossezia «una pulizia etnica». Il presidente russo Dmitri Medvedev ha poi lanciato una pesante accusa: «I soldati della forza di pace georgiana hanno sparato sui colleghi russi. In Sud Ossezia stanno morendo civili, donne, bambini e anziani russi». Infine, il premier russo, Vladimir Putin, a Pechino per l'apertura dell'Olimpiade, parlando con il presidente americano Bush ha dichiarato che «volontari russi sono pronti a partire per l'Ossezia, e non saremmo in grado di fermarli». A Mosca un centinaio di persone (in gran parte osseti) nel pomeriggio ha manifestato davanti il ministero degli Esteri chiedendo un intervento militare in Ossezia del Sud. È prevista un'altra manifestazione davanti all'ambasciata georgiana.. Il conflitto rischia di ampliarsi con la ritorsione aerea russa sulla città di Gori (dove è nato Stalin). L'altra provincia separatista filorussa dell'Abkhazia è stata «avvertita» da Tbilisi di tenersi fuori da un conflitto che non la riguarda.


Razzi georgiani lanciati sull'Ossezia del Sud (Reuters)

COMBATTIMENTI - Nella serata di venerdì il presidente Mikhail Saakasvhili, in un discorso televisivo, ha detto che le truppe di Tblisi «hanno il pieno controllo della capitale dell'Ossezia del sud, Tskhinvali, e di tutti i distretti e delle aree residenziali della regione, ad eccezione del distretto di Java». Saakashvili ha giustificato l'operazione militare come una risposta al «regime criminale» dei separatisti, e per «ripristinare l'ordine». Saakashvili ha definito il raid russo «un'operazione militare su larga scala. Chiedo alla Russia di interrompere i bombardamenti sui pacifici paesi georgiani». Le notizie sulle attività belliche e sul bilancio di vittime e danneggiamenti arrivano in modo frammentario. Tre aerei russi hanno violato lo spazio aereo georgiano lanciando alcune bombe, ha riferito il governo georgiano annunciando alcuni feriti tra i civili. In seguito è stata bombardata anche Gori: secondo la Georgia due aerei russi sarebbero stati abbattuti (nessuna conferma da Mosca). Il bombardamento russo della base aerea di Marneuli ha provocato la morte di tre soldati georgiani. Una caserma a Tskhinvali delle forze d'interposizione russe è stata colpita da colpi di artiglieria e i russi dicono che una decina di loro soldati sono morti e 30 sono stati feriti, oltre a numerose vittime civili. Distrutto l'ospedale principale di Tskhinvali, in fiamme anche l'edificio dell'università.


DIPLOMAZIA - Su richiesta della Russia si è riunito in seduta straordinaria il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York. L'ambasciatore belga Jan Grauls, presidente di turno, ha riferito che al momento «il Consiglio di sicurezza non è in grado di esprimere un'opinione sul conflitto». Usa e Gran Bretagna e altri Paesi non hanno votato un documento in cui si chiedeva a entrambe le parti del conflitto di «rinunciare all'uso della forza». L'ambasciatore russo ha commento che la posizione occidentale è «un grave errore di giudizio». L'Unione europea ha chiesto la cessazione immediata delle ostilità. Il candidato repubblicano alla presidenza Usa, John McCain, ha invitato la Casa Bianca a chiedere una riunione immediata del Consiglio di sicurezza dell'Onu che intimi alla Russia di ritirare le proprie truppe dalla Georgia. L'Ocse manderà immediatamente in Georgia il suo inviato speciale. Il presidente georgiano Saakashvili ha parlato per telefono con il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice, con il segretario della Nato Jaap de Hoop Scheffer. A Tbilisi sono attesi nelle prossime ore i ministri degli Esteri di Svezia e Lituania. L'Unità di cisi della Farnesina, in coordinamento con l'ambasciata italiana a Tbilisi, si è subito attivata per assicurare i contatti con i circa 120 italiani presenti in Georgia.

ECONOMIA - La Borsa russa ha subito pesanti ribassi (6%) e il rublo ha perso l'uno per cento a causa dell'attacco georgiano in Ossezia del sud. «C'è il rischio di una vendita in massa delle azioni sul mercato russo», ha commentato un analista del mercato. Un milione di barili di petrolio al giorno diretti verso occidente sono messi a rischio dal conflitto. L'oleodotto Baku-Ceyhan in funzione da oltre un anno attraversa per 249 chilometri la Georgia ed è l'unico a evitare Iran e Russia per fornire Stati Uniti ed Europa. In Turchia la scorsa settimana un attentato a opera dei curdi del Pkk ha provocato un incendio e l'interruzione del flusso e non sarà ripristinato prima di dieci giorni.