mercoledì 18 marzo 2009

onde, ronde e manganelli




ci si era ormai dimenticati della rivolta studentesca di quest'inverno, quando per tre mesi le strade e le piazze di Roma, Bologna, Milano, Padova, Torino, Genova, Napoli e tante altre città sono state battute da cortei pacifici studenteschi, in protesta contro i tagli all'istruzione.
la risposta del governo fu una legge che limita la possibilità di manifestare, ed oggi alla Sapienza tale legge è stata addirittura sperata, sequestrando di fatto gli studenti ed impedendo loro di unirsi al corteo della cgil. le forze dell'ordine hanno caricato la massa di studenti, provocando feriti.
gli ordini sono venuti da molto in alto, troppo pericoloso unire il dissenso di studenti e lavoratori. mi chiedo come mai le forze di polizia non si uniscono anche loro a questo dissenso, contro un governo che ha tagliato fondi e ha loro sostituiti con le ronde. oggi quei carabinieri, quei finanzieri, quei poliziotti hanno obbedito all'ordine di bastonare i loro figli.

se è impossibile per un corteo pacifico di esprimere la propria critica, è però lecito che un gruppo di ragazzi appartenti a movimenti neofascisti stazioni alla facoltà di napoli, con caschi e spranghe, ed impedisca l'accesso all'università agli studenti tornati da un corteo. qui la polizia non c'era, i manganelli c'erano già e gratis.






A ROMA LA POLIZIA CONTRO GLI STUDENTI, A NAPOLI AGGRESSIONE FASCISTA


di Alessandro Ambrosin, Dazebao.org

ROMA - Questa mattina gli studenti dell'Università La Sapienza di Roma sono stati vittime di una violenta repressione. L'Onda studentesca aveva deciso di scendere in piazza al fianco della Cgil per protestare contro i tagli all'istruzione varati dal governo Berlusconi, ma ad attenderli all'esterno dell'ateneo c'erano le forze di polizia. E così uscire dalla città universitaria più grande d'Europa è diventato impossibile.
Appena gli studenti hanno tentato di forzare il blocco di polizia e carabinieri sono stati violentemente respinti con violenza all'interno dell'ateneo. Tantissimi di loro sarebbero rimasti feriti durante le cariche delle forze dell'ordine, e sono stati costretti a ritirarsi nell'università. L'episodio di quest'oggi ha sollevato un coro di polemiche per i metodi usati che di fatto costituiscono un grave atteggiamento in violazione delle libertà di espressione e di manifestare pacificamente, come previsto dalla Costituzione. Il risultato del protocollo anti manifestazioni, che l'attuale maggioranza di governo ha approvato, non fa altro che alimentare lo scontro sociale su temi così importanti e delicati che toccano direttamente gli studenti.
A piazzale Minerva uno studente ha raccontato di aver alzato le braccia e di essere stato gettato a terra e picchiato da quattro poliziotti. Ma a fare le spese delle cariche ingiustificate della polizia sono stati in tanti. "Un intervento autoritario veramente fuori da ogni logica" - ha detto Mario, un altro studente ancora incredulo dell'accaduto. "Dopo aver manifestato con un corteo all'interno della città universitaria, la nostra intenzione era quella di uscire e raggiungere la manifestazione della Cgil. Invece, dopo la carica della polizia, siamo rimasti intrappolati nell'ateneo come dei topi. Un fatto gravissimo che non dovrebbe succedere in uno stato democratico. Evidentemente la dittatura sta prendendo piede anche nel nostro paese e questo protocollo anti cortei ne è la prova evidente."

"Le cariche in tutto sono state quattro", hanno riferito gli studenti presenti. "L'ateneo è stato circondato da una massiccia presenza di forze delle ordine, bloccando di fatto le quattro uscite principali e impedendo anche lo svolgimento del corteo all'interno della cittadina universitaria. Insomma, un vero e proprio sequestro di persona."

Successivamente gli studenti hanno organizzato un'assemblea pubblica alla presenza della stampa per denunciare quanto accaduto. "Quello che è successo oggi alle porte dell’università - ha ribadito uno studente - è un fatto gravissimo. Il governo ha detto che non accetterà più scioperi e cortei e la Sapienza questa mattina è stata militarizzata per impedirci di uscire. La nostra intenzione era quella di andare sotto il ministero del Tesoro, ma la verità è che ci hanno sequestrato e tenuto qui dentro con un esercito di poliziotti e finanzieri dispiegati nel piazzale Aldo Moro. Tuttavia questa giornata si è rivelata importante perché siamo riusciti coraggiosamente ad affermare che le posizioni autoritarie del governo e la sua repressione poliziesca non ci fanno più paura. La protesta dell’Onda continuerà anche contro la legge 133, della quale non ci siamo dimenticati.

"Bloccare il diritto di sciopero significa bloccare la democrazia", ha detto un altro studente. Questo purtroppo è quello a cui stiamo assistendo".

Non sono mancate le critiche nei confronti del Rettore Frati, il quale secondo gli studenti ha permesso che tutto ciò accadesse, senza opporsi. Durante l'assemblea si sono succeduti interventi di solidarietà nei confronti degli studenti pestati. Fabio De Nardis, responsabile Università di Rifondazione ha sottolineato la gravità dell'episodio: “ Ciò che va denunciato con forza è la deriva militarista che sta avvenendo in questo paese. C’è una continuità culturale tra quello che è successo oggi qui alla Sapienza e quanto è accaduto nei giorni scorsi a Roma Tre. Da una parte il governo reprime il conflitto e la protesta con protocolli che sottraggono il diritto allo sciopero, mentre gli scagnozzi neofascisti agiscono indisturbati. Questa continuità culturale esprime una regressione della democrazia del nostro paese.”



Aggressione fascista a Napoli

NAPOLI - Oggi è stata una giornata da dimenticare anche per per gli studenti napoletani. Rientrati nell'ateneo Federico II, dopo aver partecipato alla manifestazione universitaria, hanno trovato la facoltà di giurisprudenza bloccata con delle transenne dietro le quali si erano appostati un gruppo di persone con caschi e bastoni alla mano. Personaggi, che gli studenti hanno riconosciuto come appartenenti ai gruppi di estrema destra del capoluogo partenopeo. Al primo tentativo degli studenti di far rientro nelle proprie aule ha fatto subito scattare un attacco da parte della squadra, che fortunatamente non ha provocato feriti.
L'episodio ha veramente dell'incredibile, solo pochi giorni fa infatti, il Senato Accademico dell'Università Orientale aveva stilato un documento contro la Xenofobia dopo l'aggressione subita dallo studente Marco Beyene nel centro storico di Napoli. Proprio in seguito a questo deplorevole episodio, gli studenti napoletani oggi si chiedono come è potuto accadere che un gruppo neo fascista armato di mazze e bastoni avesse potuto stazionare indisturbato proprio all'interno della facoltà e dare seguito a un vero e proprio blitz.
Gli studenti hanno successivamente occupato il rettorato dell'Università per denunciare l'accaduto e sollecitando il Rettore a prendere una decisione seria su questi reati gravissimi e inaccettabili la stessa Costituzione italiana vieta.

lunedì 16 marzo 2009

partito nazionalsocialista israeliano




Dopo una guerra che dicono conclusa, dopo la retata a Gaza costata troppi morti innocenti, la pace dovrebbe trionfare, almeno come desiderio nei cuori delle persone.


la nuova alleanza di governo israeliano lascia ben poco a sperare: coalizione del partito di destra rappresentato dal primo ministro Benjamin Netanyahudi con quello di estrema destra "Israel Beiteinu", più altri piccoli partiti di estrema destra israeliani ed ortodossi. la coalizione prevede che a Beiteinu vengano assegnati incarichi di politica estera e SICUREZZA. mi chiedo come possa un partito così estremista svolgere questo compito in modo imparziale, come dovrebbe essere garantito. la risposta è semplice: non sarà imparziale.

quasi contemporaneamente qualcuno scopre l'acqua calda ipotizzando di convocare anche hamas ai trattati di pace, da cui fin'ora è rimasta esclusa. sì è forse capito che la pace si fa in due?
lascio i migliori auguri al popolo palestinese, e tutti quelli che desiderano la pace in quella sfortunata terra.



16 marzo 2009, "il secolo XIX"
Israele, raggiunto l’accordo Netanyahu-Lieberman

Il Likud, il partito di destra del primo ministro incaricato israeliano Benjamin Netanyahu, ha concluso nella notte il suo primo accordo di coalizione con Israel Beiteinu, il partito di Avigdor Lieberman, una formazione di estrema destra. Lo ha riferito una portavoce del Likud.
«Un accordo di governo è stato firmato tra il Likud e Israel Beiteinu» ha annunciato Miri Reihman, una portavoce del Likud, ai giornalisti al termine di negoziati durati diverse ore. Secondo l’accordo, Israel Beiteinu otterrà il ministero degli affari esteri, che sarà attribuito al capo del partito Avigdor Lieberman, insieme ai portafogli della sicurezza interna, delle infrastrutture, del turismo e dell’integrazione (dei nuovi immigrati), ha aggiunto la portavoce.
L’accordo è il primo concluso da Benjamin Netanyahu da quando è stato incaricato di formare il prossimo governo. Tra le altre formazioni, che dovrebbero anch’esse entrare nella futura coalizione, figurano lo Shass (ultra-ortodossi sefaridi, 11 deputati), la Lista unificata della Torah (ultraortodossi ashkenazidi, 5 deputati) e due partiti di estrema destra, l’Unione Nazionale (4 deputati) e il Focolare Ebreo (3 deputati). Secondo la radio pubblica, Netanyahu spera di firmare altri accordi di coalizione con questi partiti nei prossimi giorni e di presentare il suo governo giovedì per ottenere l’investitura del parlamento.