giovedì 26 giugno 2008

outside introview


ho scoperto da poco l'esistenza di un sito stupendo, manifesto di un'idea altrettanto stupenda, se non addiruttura necessari. Il sito in questione è http:\\www.italiadallestero.info , che riporta le notizie tradotte che riguardano l'italia dai principali giornali esteri ( the guardian, le figarò, der standard, bbc news, the times ecc), in modo da avere notizie non viziate dallo stato di censura in cui versa ormai l'informazione nel nostro paese.
proprio riguardo all'informazione giornalistica riporto un articolo, uscito su "the guardian" lo scorso 13 maggio:



COMPROMESSI DAI COMPROMESSI

L’opposizione in Italia si è unita al coro di quelli che attaccano chi critica il nuovo presidente del Senato. Che non abbia imparato nulla dai passati accordi con Berlusconi?

Non si è dovuto aspettare molto per sentire gli effetti della vittoria di Silvio Berlusconi sui media Italiani. Domenica, il presentatore di un talk show di attualità si è fermato prima delle telecamere della RAI, la televisione pubblica italiana, ed ha chiesto perdono alla nazione.

“L’offesa non appartiene al mio stile” ha detto Fabio Fazio ai telespettatori. “Quindi, quando ciò accade, non posso che scusarmi”.
E’ stata una scena degna della rivoluzione culturale.

Fazio si stava riferendo ad un episodio della sera precedente, avvenuto mentre stava intervistando un collega giornalista, Marco Travaglio.

Uno dei primi incarichi assegnati da Berlusconi è stato quello di presidente del Senato. E’ un lavoro chiave in Italia perché è la carica presidenziale seconda soltanto a quella del Presidente della Repubblica. Se quest’ultimo muore - e il presidente in carica, Giorgio Napolitano, ha 82 anni - allora il presidente del Senato diviene capo dello stato.
La scelta di Berlusconi per l’illustre incarico è Renato Schifani, un avvocato siciliano. Travaglio
ha manifestato a gran voce la sua perplessità su come nessuna delle principali testate giornalistiche abbia commentato sul fatto che Schifani abbia avuto “amicizie con mafiosi”.
C’è stata, inevitabilmente, una rivolta della destra. Uno dei ministri di Berlusconi ha parlato di “scandaloso agguato” al nuovo presidente. Un collaboratore del governo ha detto - che novità! - che il Primo Ministro dovrebbe cacciare Travaglio dalla RAI. C’è stato chi ha suggerito che il giornalista fosse parte di una cospirazione.

Ma ciò che nessuno degli amici di Schifani ha detto è che il commento era impreciso. Ci sono, infatti, due controversi periodi nel passato del presidente del Senato ed a queste è stato fatto riferimento in due recenti libri, uno dei quali co-firmato da Travaglio.
Il libro sostiene che, negli anni ‘80, Schifani è stato socio in una azienda nella quale gli altri due
suoi soci sono stati in seguito condannati per reati di mafia. Uno era un “padrino” in piena regola del paese di Villabate. Negli anni ‘90, il futuro presidente del Senato vinse un contratto come consulente delle autorità locali questo nel momento in cui erano nella stretta di Cosa Nostra. Il consiglio comunale fu conseguentemente sciolto perché troppo profondamente soggetto all’infiltrazione criminale.
Ora, è necessario fare notare che Schifani non è mai stato indagato per alcun reato collegato alla mafia e
tanto meno si è tentato di farlo. In entrambi i casi il collegamento con Cosa Nostra dei suoi consociati e delle autorità locali è venuto alla luce rispettivamente solo dopo il suo personale coinvolgimento con loro. Non c’è ragione di supporre che egli fosse consapevole, durante i suoi affari con loro, delle loro losche conoscenze.

Ma questo potrebbe sembrare, nonostante tutto, sufficiente per mettere in dubbio il suo giudizio, specialmente essendo stato investito di una così alta carica. In molti paesi, immagino, il nuovo Presidente sarebbe stato invitato alla successiva puntata del programma per spiegare come potesse essersi immischiato con quel tipo di persone. Invece, la RAI si è scusata per averlo offeso.
Schifani, da parte sua, ha detto che le accuse di Travaglio erano basate su “fatti inconsistenti o manipolati, nemmeno meritevoli di generare sospetti”, aggiungendo che “qualcuno vuole minare il dialogo fra il Governo e l’opposizione”. Questo suggerisce un altro aspetto di questa bizzarra storia.
Potreste aver pensato che gli
oppositori di Berlusconi di centro-sinistra si siano lasciati scappare un opportunità di mettere in imbarazzo il Primo Ministro e la sua squadra. Nemmeno un po’! Con la singola eccezione dell’ex Pubblico Ministero anti-corruzione, Antonio Di Pietro, tutti si sono schierati con Schifani contro Travaglio. Il capogruppo del centrosinistra al Senato ha detto che le parole del giornalista erano “inaccettabili” e ha deplorato il fatto che Schifani non fosse presente per difendersi.

Quindi l’opposizione, non per la prima volta nella storia d’Italia, sta sperando di fare un patto con Berlusconi. Sta sperando di ottenere il suo favore per una serie di riforme, inclusa la riforma elettorale, che sono reputate di vitale importanza per il futuro della nazione. Quindi non vogliono far nulla che potrebbe turbare o - per usare le parole di Fabio Fazio - “offendere” il nuovo Primo Ministro italiano.

Ci siamo già passati. Nei tardi anni ‘90, quando la sinistra era al governo, alcuni dei suoi leader dissero che avrebbero potuto raggiungere un accordo con Berlusconi sulle riforme costituzionali. Ma i negoziati divennero così protratti e complicati, e la collaborazione con Berlusconi fu considerata così importante, che la sinistra si dimenticò di concludere durante il suo mandato l’approvazione di una legge che regolasse il conflitto di interessi tra i suoi ruoli di magnate della TV e di leader politico. Alla fine, la riforma costituzionale non è mai stata fatta. E Berlusconi è tornato al potere con il suo impero mediatico intatto.
Potreste avere immaginato che abbiano imparato qualcosa da questo.

[Vai all'articolo originale di John Hooper]


una volta esistevano le radio e le tv di quartiere(anche una rete mediaset è nata come tale..), tramite cui era possibile fare sentire la propria voce con minimi investimenti, ora cosa si può fare per farsi ascoltare? pochi leggono i giornali, quasi nessuno si informa su internet. è come se alle elezioni solo un partito avesse diritto alla campagna elettorale.. se avete visto V per vendetta, ricorderete come il protagonista occupi la tv d regime per lanciare un messaggio, svegliando i cittadini dal sogno artificiale in cui erano mantenuti dal regime. purtroppo servirebbe ben altro per svegliare gli italiani da quest'incubo.

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